Ci son cose che per essere capite hanno bisogno di essere metabolizzate, di essere rilette due volte, di essere implementate con particolari punti di vista che nemmeno avevamo preso in considerazione;
come il film che ha vinto la palma d'oro di Cannes "The tree of life" del neoregista Terrence Malick e c'è qualcosa lì dentro che scuote la mia coscienza.
Un inno alla vita, un'esortazione a VIVERE sempre, a non aspettare perchè poi potresti vivere la tua vita aspettando piuttosto che vivere vivendo e così il tempo passerebbe e tu non avresti vissuto.
Non ti viene raccontata nessuna novità, ma delle verità che spesso ignoriamo come per difesa, come per non doverle affrontare..
Un ragazzino che si chiede e ti chiede: che bisogno c'è di avere paura? ;
che si accorge che gli adulti sono i primi a dirti cosa è giusto fare ma che sono i primi a mentire a te e soprattutto a se stessi;
che le persone più dure sono anche quelle più sole, quelle che hanno più paura di amare, di vivere e di dimostrarsi per quello che sono veramente.
La natura, invece, si mostra sempre per quello che è, non si nasconde dietro uno stato di calma apparente, le onde a volte allungano il passo, il vento si sospinge più in là, gli animali seguono il proprio istinto vitale, l'uomo invece, a cui è dato pensare, istituisce dei valori, dei codici di comportamento, pensa di essere la cosa più importante e cerca sempre di dominare, se stesso, gli altri e la natura e poi invece si dimostra per ciò che è: una piccola, semplice parte infinitesimale della Terra.
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