giovedì 26 maggio 2011

Ci son cose che per essere capite hanno bisogno di essere metabolizzate, di essere rilette due volte, di essere implementate con particolari punti di vista che nemmeno avevamo preso in considerazione;
come il film che ha vinto la palma d'oro di Cannes "The tree of life" del neoregista Terrence Malick e c'è qualcosa lì dentro che scuote la mia coscienza.
Un inno alla vita, un'esortazione a VIVERE sempre, a non aspettare perchè poi potresti vivere la tua vita aspettando piuttosto che vivere vivendo e così il tempo passerebbe e tu non avresti vissuto.
Non ti viene raccontata nessuna novità, ma delle verità che spesso ignoriamo come per difesa, come per non doverle affrontare..
Un ragazzino che si chiede e ti chiede: che bisogno c'è di avere paura? ;
che si accorge che gli adulti sono i primi a dirti cosa è giusto fare ma che sono i primi a mentire a te e soprattutto a se stessi;
che le persone più dure sono anche quelle più sole, quelle che hanno più paura di amare, di vivere e di dimostrarsi per quello che sono veramente.




La natura, invece, si mostra sempre per quello che è, non si nasconde dietro uno stato di calma apparente, le onde a volte allungano il passo, il vento si sospinge più in là, gli animali seguono il proprio istinto vitale, l'uomo invece, a cui è dato pensare, istituisce dei valori, dei codici di comportamento, pensa di essere la cosa più importante e cerca sempre di dominare, se stesso, gli altri e la natura e poi invece si dimostra per ciò che è: una piccola, semplice parte infinitesimale della Terra.